La storia dei rifiuti è la storia dell’uomo. Negli scavi
archeologici dei villaggi preistorici sono stati rinvenuti accumuli di
materiali di scarto, in pratica gli antenati delle nostre discariche. Chi ha
“inventato” i rifiuti industriali sono stati gli Etruschi con le loro
discariche di scorie derivanti dalla lavorazione del ferro proveniente
dall’Isola d’Elba. Con la nascita delle grandi città si presentò il problema di
come gestire gli scarichi delle abitazioni e i rifiuti (resti di cibo, cocci e
materiali di scarto).
Si costruirono reti fognarie, latrine pubbliche, ma si
crearono anche i primi gruppi di spazzini. Ad Atene esistevano spazzini di
professione che dovevano portare i rifiuti a due chilometri dalle mura, ma era
Tebe la città greca più famosa per la pulizia (si racconta che Ercole, in una
delle sue fatiche, si occupò delle pulizie delle enormi stalle di Re Augia).
Roma all’apice del suo sviluppo era dotata di discariche esterne dove finivano
non solo i rifiuti, ma anche le carcasse degli animali e le vittime dei giochi
circensi. Con il Medioevo e lo sviluppo delle città, il problema dei
rifiuti cominciò a farsi sentire a causa dell'afflusso di artigiani e
commercianti che abbandonavano le campagne per venire a vivere negli
agglomerati urbani dove si concentravano traffici e commerci.
Fu necessario realizzare impianti di raccolta e di scarico dei rifiuti, e ciò
portò un notevole miglioramento delle condizioni igieniche dei centri urbani e
una conseguente diminuzione delle malattie infettive.
Questo equilibrio resse fino alla cosiddetta rivoluzione industriale della seconda metà del '700 quando, numerosi stabilimenti, diedero inizio alla degradazione dell'ambiente.
Questo equilibrio resse fino alla cosiddetta rivoluzione industriale della seconda metà del '700 quando, numerosi stabilimenti, diedero inizio alla degradazione dell'ambiente.
Lorenzo